Per anni è stata la Cenerentola del centro-sud. Parlavano tutti del Sannio, dell’Aglianico, del Primitivo.
Il Molise? O non esisteva, o veniva messo tra le note a piè di pagina.
Poi un giorno la Tintilia ha deciso di non stare più zitta.
E ha cominciato a farsi notare. Sul serio.
Un vitigno che si è salvato da solo
La Tintilia è un’uva rossa autoctona. Vera.
Nessuna parentela con grandi famiglie blasonate.
Per anni dimenticata, coltivata a malapena da chi aveva la pazienza di non estirparla.
Poi qualcosa è cambiato.
Un manipolo di produttori molisani ha capito che in quella buccia scura c’era molto di più:
– profumi netti,
– acidità viva,
– un’anima sincera,
– e soprattutto una voce diversa.
Oggi la Tintilia è DOC, è riconosciuta, è ambita.
Cosa c’è nel bicchiere? Molise, senza filtri
La Tintilia del Molise non è il classico rosso morbido e piacione.
È un vino asciutto, profondo, territoriale, con un profilo che non si confonde:
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Colore: rubino pieno, spesso con riflessi violacei.
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Naso: frutti rossi freschi, pepe nero, erbe di montagna.
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Bocca: fine, verticale, mai ruffiana. Con tannini presenti ma educati, e una freschezza che sorprende.
Può ricordare certe espressioni di Nerello o Gaglioppo, ma ha un’identità tutta sua.
Chi cerca il vino “diverso”, qui trova pane per i denti (e vino per il bicchiere).
Un rosso che sa dove andare
La Tintilia non è moda, è precisione vinicola.
La coltivano con attenzione tra i 400 e i 600 metri, su colline ventilate tra Campobasso e Isernia. Il Molise non ha voluto barattare l’autenticità per i numeri:
pochi ettari, poche bottiglie, tanta qualità.
Ed è proprio questo che oggi la rende credibile nel mondo del vino serio.
Da outsider a protagonista
Negli ultimi anni, la Tintilia ha cominciato a circolare tra: – enoteche serie,
– guide di riferimento,
– wine bar intelligenti.
Non cerca il pubblico di massa, ma sta conquistando chi ama l’identità e la sostanza.
E chi beve per ascoltare, non per abitudine.
Il Molise esiste. Eccome. E ha pure un gran vino.
La Tintilia del Molise è un esempio di come la qualità trovi sempre la sua strada.
È un vino che non ha mai cercato scorciatoie, ma che oggi può permettersi di alzare la testa.
Non serve reinventarlo. Basta assaggiarlo.
E scoprire che, forse, il Molise non è mai stato piccolo.
Eravamo solo noi a guardarlo da lontano.