2024: un anno di calo per i consumi di vino, ma anche di riflessioni sulla qualità e il prezzo

2024: un anno di calo per i consumi di vino, ma anche di riflessioni sulla qualità e il prezzo

Dec 29, 2024Claudia Cenci

 

Il 2024 si chiude con un calo significativo nei consumi di vino, stimato oltre il 15% in meno rispetto all’anno precedente. Le cause di questa flessione sono molteplici e legate a una situazione socio-economica complessa. Non solo l’entrata in vigore del nuovo codice della strada, con norme più stringenti, ma anche la contrazione del reddito medio hanno avuto un impatto diretto sul comportamento dei consumatori.

 

E proprio in un contesto come questo, mi sembra importante riflettere su ciò che scegliamo di consumare, in particolare riguardo al vino. Ma davvero il prezzo è sempre sinonimo di qualità? La risposta è un secco “no”. Negli ultimi anni, numerose inchieste hanno svelato frodi nel settore, specialmente per i cosiddetti “super vini”, quelli che si vantano di qualità e eccellenza. Tuttavia, spesso queste etichette non rispecchiano la realtà: dietro a premi internazionali e nomi altisonanti si celano uve di dubbia provenienza e processi produttivi non trasparenti. Il risultato? Vini mediocri venduti a prezzi da capogiro, con aumenti anche del 200% rispetto al loro valore reale.

 

In Italia, dove la viticoltura è una tradizione che affonda le radici in ogni regione, non mancano esempi di vini realizzati con uva da tavola, una vera e propria anomalia che sfida ogni norma e buona pratica. Eppure, malgrado queste distorsioni, i prezzi continuano a salire, trasformando questi prodotti in vere e proprie chimere per i consumatori.

 

Per il 2025, le prospettive non sembrano migliorare. Il settore è sempre più affollato da aziende e improvvisati che tentano di “rivoluzionare” un mondo che, per sua natura, è conservatore. E, purtroppo, non sempre con successo. Molti di questi nuovi entranti lanciano sul mercato vini che non sono all’altezza delle aspettative, e spesso li propongono a prezzi esorbitanti.

 

Ma cosa si può fare per salvare un settore che è sempre stato un simbolo di eccellenza nazionale, capace di esportare nel mondo il valore dell’Italia? La risposta è semplice: ripartire dalle basi. Educare il consumatore a scegliere consapevolmente, a informarsi sui prodotti e a valutare sempre la qualità al di là del prezzo. Perché, se è vero che un prezzo alto può essere giustificato dalla qualità, è altrettanto vero che molti vini a basso costo sono ingiustamente sottovalutati.

 

Non dobbiamo dimenticare che le regioni viticole più vocate, come il Veneto o l’Abruzzo, offrono vini eccellenti che non hanno bisogno di etichette sfavillanti o di prezzi stratosferici per dimostrare il loro valore. Il primo passo è, quindi, scegliere con consapevolezza, esplorare il vasto mondo del vino, e non lasciarsi influenzare da pregiudizi. In un settore in continua evoluzione, il segreto è imparare, provare, e lasciarsi stupire, senza mai cadere nella trappola del prezzo come unico parametro di qualità.

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